COMUNICATO STAMPA 22 AGO 2025 / AMSI, UMEM, UNITI PER UNIRE: “Abbattere i muri burocratici che bloccano 12.000 professionisti della sanità stranieri in Italia.
Aodi: “Servono risposte immediate: appello al Governo, al Ministero della Salute e dell’Interno e alla FNOMCeO”


Aodi: “Servono risposte immediate: appello al Governo, al Ministero della Salute e dell’Interno e alla FNOMCeO”
Roma, 22 agosto 2025 – L’Associazione Medici di Origine Straniera in Italia (AMSI), l’Unione Medica Euromediterranea (UMEM) e il Movimento Internazionale Uniti per Unire, guidati dal Prof. Foad Aodi, medico, giornalista internazionale ed esperto in salute globale, Direttore di AISC NEWS (Agenzia Britannica Internazionale Informazione Senza Confini), membro del Registro Esperti FNOMCeO, quattro volte consigliere OMCeO Roma e docente dell’Università di Tor Vergata, lanciano un forte appello al Governo italiano.
“In Italia – denuncia Aodi – 12.000 professionisti della sanità di origine straniera tra medici, infermieri, farmacisti, fisioterapisti, podologi, logopedisti e dietisti, sono bloccati da procedure burocratiche infinite, in attesa di riconoscimento del titolo o della conversione del permesso di soggiorno da studio a lavoro. Questa è una situazione insostenibile: l’Italia lamenta carenza di personale sanitario, ma non valorizza chi è già disponibile a lavorare rispettando le regole”.
Incontri nei territori e testimonianze dirette
Durante un recente viaggio, ancora in corso in questo mese di agosto, che ha toccato Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia, il Prof. Aodi ha incontrato rappresentanti locali, medici, infermieri e operatori sanitari.
“Abbiamo avuto incontri molto positivi, soprattutto a Trieste, ma le lamentele sono state unanimi: tanti colleghi attendono da mesi un appuntamento per la conversione del permesso di soggiorno o per iscriversi agli albi professionali.
Alcuni, esasperati, scelgono di emigrare in Germania, Francia, Olanda o Arabia Saudita. È un paradosso: da una parte si parla di carenza, dall’altra si innalzano muri burocratici che spingono via i professionisti”, ha spiegato.
Il caso di un dottore di origine straniera è emblematico: attende da mesi la conversione del permesso di soggiorno e rischia di dover rinunciare a lavorare in Italia.
«Ho consigliato al collega di rivolgersi sia alla Questura che all’Ordine per sollevare la questione e ottenere la conversione del permesso di soggiorno da studio a lavoro. Questo dimostra le gravi difficoltà burocratiche che rallentano l’avvio dell’attività professionale dei medici stranieri in Italia».
Muri burocratici e perdita di capitale umano
“Questi ostacoli burocratici – sottolinea Aodi – rappresentano la ragione inequivocabile per la quale tantissimi professionisti stranieri decidono di lasciare l’Italia per altri Paesi europei.
Non capiamo perché qui si continui a frenare chi vuole mettersi in regola, quando negli altri Stati i nostri colleghi trovano porte aperte.
Non è accettabile che professionisti qualificati finiscano a svolgere lavori diversi dal loro perché bloccati dalle procedure”.
Oltre ai ritardi sulle pratiche amministrative, emergono episodi di mancato riconoscimento del ruolo. “Un’infermiera di origine straniera, che aveva appena soccorso una signora, si è sentita dire che pensavano fosse una badante. Questo dimostra che serve anche una cultura del rispetto verso i professionisti della sanità, italiani e stranieri, che condividono la stessa missione: curare e assistere”.
L’appello alle istituzioni
Il Presidente Aodi e le associazioni firmatarie rivolgono un appello diretto:
• al Ministero dell’Interno e alle Questure perché accelerino le procedure di conversione dei permessi di soggiorno da studio a lavoro;
• al Ministero della Salute e alla FNOMCeO perché riducano i tempi di riconoscimento dei titoli professionali e agevolino l’iscrizione agli albi;
• al Governo Meloni e al Ministro della Salute Schillaci perché trasformino le parole sulla carenza di personale sanitario in azioni concrete, abbattendo i muri burocratici che oggi allontanano chi invece vuole lavorare in Italia.
“Non vogliamo favoritismi – conclude Aodi – ma solo regole chiare, rapide ed eque. La carenza di professionisti non si risolve con proclami, ma con risposte immediate che permettano a chi è già in Italia di contribuire alla sanità pubblica, senza essere costretto a emigrare altrove. Non possiamo dimenticare la situazione di tutti quei professionisti arrivati qui, dal 2020 a oggi, con i Decreti Cura Italia e Ucraina. Vanno stabilizzati, possono e devono diventare parte integrante del nostro sistema sanitario così carente di personale”.
PROFESSIONISTI SANITARI DI ORIGINE STRANIERA NUMERI NAZIONALI (AGGIORNATI AL 31 MAGGIO 2025)
Totale complessivo: 118.600
Medici: 47.620
Infermieri: 43.600
Odontoiatri: 7.930
Fisioterapisti: 7.810
Farmacisti: 7.670
Psicologi: 4.270
DECRETO CURA ITALIA E DECRETO UCRAINA (AGGIORNATI AL 31 LUGLIO 2025)
Circa 18.860 infermieri sono entrati in Italia con i Decreti Cura Italia e Ucraina dal 2020 a oggi.
Circa 8.900 medici sono entrati in Italia con i Decreti Cura Italia e Ucraina dal 2020 a oggi.
Dal 1 GENNAIO 2023 al 31 LUGLIO 2025 sono 5220 reparti e servizi del nostro sistema sanitario salvati grazie ai professionisti stranieri
Ufficio stampa AMSI – Uniti per Unire – AISC NEWS
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