COMUNICATI STAMPA

COMUNICATO STAMPA AMSI-UMEM-CO-MAI-AISC-UNITI PER UNIRE 10 MARZO 2025 / 8 Marzo, Wafaa Nahhas-Sabrina Valletta-Leila Beilatouche: “Celebrare le donne è un impegno continuo contro la violenza e la discriminazione”

"Ogni donna merita rispetto, indipendentemente dalla sua cultura o religione”

Foad Aodi: “Per poter continuare a onorare la festa della donna bisogna assolutamente combattere la patologia cronica e mondiale , ovvero la piaga della violenza sulle donne, altrimenti è occasione festa finta ed inutile”.

AMSI-UMEM-CO-MAI-AISC-UNITI PER UNIRE. Premio Internazionale “La Rosa D’Oro”: Celebrazione dell’eccellenza femminile nella sede italiana del Parlamento Europeo.

Roma, 10 marzo 2025 – Si è trattato di un evento di grande valore per la Giornata Internazionale della Donna, quello che si è svolto nella prestigiosa Sala David Sassoli del Parlamento Europeo a Piazza Venezia, dove è stato conferito il “Premio Internazionale La Rosa D’Oro”, un tributo che ha celebrato l’eccellenza femminile in ogni sua espressione. Questa cerimonia ha rappresentato una tappa fondamentale nel percorso di valorizzazione delle donne che, con il loro talento, impegno e passione, continuano a lasciare un segno profondo nella società in tutti i settori, dal sociale alla cultura, dalla medicina alla politica.

Organizzatrice dell’evento è stata la Fondazione Area Cultura, presieduta dalla Dott.ssa Angelica Loredana Anton, che ha sottolineato l’importanza di promuovere la partecipazione femminile in ogni ambito della società. La cerimonia ha visto il riconoscimento di alcune delle donne più influenti del panorama internazionale, come Wafaa Nahhas, presidente dell’Unione Arabi del 48, e Sabrina Valletta, angiologia ed esponente del Movimento Uniti per Unire e del dipartimento #Donneunite, che hanno ricevuto il premio per il loro impegno a favore dei diritti delle donne e della promozione della pace.

Insieme a loro, è stato celebrato il lavoro della Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia), con la premiazione di Leila Belaitouche, Coordinatrice del Dipartimento Donne della Co-mai, a cui sono stati consegnati dei fiori in segno di apprezzamento per il suo costante impegno nella difesa dei diritti delle donne arabe e musulmane.

Il Premio La Rosa D’Oro non è solo una celebrazione dei traguardi raggiunti, ma una piattaforma per raccontare storie di resilienza, coraggio e innovazione, come quella di Wafaa Nahhas, che ha ricevuto il riconoscimento a nome dell’Unione Internazionale Arabi del 48 di cui è Presidente, un’associazione che da anni si batte per i diritti degli arabi , delle donne palestinesi e promuove cooperazione internazionale e convivenza tra i popoli e le civiltà e le religioni .inoltre promuovere attività sportive a livello internazionale con la collaborazione dell’USEM. La stessa Wafaa Nahhas ha dedicato il premio a tutte le donne arabo-palestinesi e ha lanciato un appello per la pace e il dialogo interculturale, affermando l’importanza di creare legami che uniscano popoli diversi per un mondo più giusto e solidale.

Dichiarazioni di Leila Belaitouche
“Oggi sono felice di vedere tutte le donne qui, di tutte le culture, nazionalità e religioni. Non ci sono donne di serie A e di serie B. Ogni donna merita uguale rispetto. In particolare, oggi celebriamo Wafaa Nahhas, una donna straordinaria, araba e palestinese, che ha contribuito alla difesa dei diritti e alla libertà delle donne. Io, nel mio ruolo di Coordinatrice del Dipartimento Donne Co-Mai, continuerò a lavorare affinché le donne arabe, musulmane, e tutte le donne del mondo, possano conquistare l’indipendenza e i diritti che meritano. Dobbiamo combattere contro i pregiudizi, che ancora oggi impediscono alle donne di esprimersi liberamente, e ricordare che il velo, per molte di noi, è una scelta e non una costrizione. Non tollereremo che nessuna donna venga sottomessa da chiunque, e il nostro impegno deve essere costante.”

Inoltre, la cerimonia di premiazione ha visto la partecipazione dei figli di Wafaa NahhasSelin Nahas e Sameer Nahas, che hanno raccontato le loro esperienze come studenti universitari in Medicina a Chieti, celebrando con orgoglio il traguardo raggiunto dalla madre e l’importanza del suo impegno nella società. Questo momento ha rappresentato una testimonianza potente di come una famiglia, radicata nei valori della solidarietà e della determinazione, possa superare qualsiasi barriera e contribuire al cambiamento.

Il Premio La Rosa D’Oro ha ricevuto una grande visibilità grazie alla collaborazione con AISC NewsAISC TV e Radio Co-Mai Internazionale, che hanno trasmesso l’evento in oltre 120 paesi del mondo. Le interviste agli organizzatori, alle premiate e ai partecipanti sono state trasmesse su numerosi canali, tra cui WhatsappInstagramLinkedIn e YouTube, portando il messaggio di solidarietà e lotta per i diritti delle donne in tutto il mondo.

Dichiarazioni del Prof. Foad Aodi
“Oggi siamo qui per celebrare non solo il talento e la determinazione delle donne, ma anche per ribadire un concetto fondamentale: la lotta per i diritti delle donne non deve mai fermarsi. Noi, come AMSI (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia)UMEM (Unione Medica Euromediterranea)Co-mai (Comunità del Mondo Arabo in Italia) e AISC (Agenzia Britannica Internazionale Informazione Senza Confini), ci impegniamo ogni giorno per promuovere la cultura del rispetto, del dialogo e della pace. Le donne sono il cuore pulsante di ogni società, e il nostro lavoro deve essere quello di garantire loro pari opportunità e dignità. Questo premio è un atto di riconoscimento che ci motiva a fare di più, a lottare contro ogni forma di violenza e discriminazione.”

Il Prof. Aodi, eminente medico-fisiatra, ha parlato sia come Presidente delle suddette associazioni, accanto ai rispettivi Direttivi, sia in veste di giornalista internazionale da sempre legato al tema della difesa e della valorizzazione delle donne, con i suoi incarichi di Direttore Responsabile AISC.

“L’impegno per i diritti delle donne non deve limitarsi a una giornata all’anno. Ogni giorno dobbiamo continuare a celebrare le donne e a combattere le ingiustizie che ancora le colpiscono. Come Movimento Uniti per Unire, siamo felici, accanto ad AMSIUMEMCo-Mai e AISC, di portare avanti progetti e iniziative che mettono al centro le donne, la loro forza e la loro determinazione. Lottiamo insieme per un futuro senza violenza, senza discriminazioni, e per garantire che ogni donna possa realizzare il suo pieno potenziale.” Così ha concluso nella sua disamina il Prof. Foad Aodi.

Il grande successo dell’evento dimostra l’importanza di unire le forze per promuovere i diritti delle donne a livello globale, e ha confermato il ruolo centrale che la solidarietà e la cooperazione internazionale giocano nel sostenere ogni singola donna nella sua lotta per la libertà, la giustizia e il rispetto. Il Prof. Aodi, accanto ai direttivi delle associazioni, ci tiene a ringraziare l’organizzatrice Dott.ssa Angelica Loredana Anton e l’Ambasciatore Osservatore ONU per i diritti umani nonché giornalista, Prof. Gennaro Ruggiero, nonché tutti i membri della Fondazione Area Cultura, sottolineando l’importanza di intensificare la collaborazione e il dialogo in tutti i settori, dalla sanità, alla salute globale, alla cultura, alla società civile, alla corretta informazione, al sostegno alle donne a 360 gradi. 

STATISTICHE AMSI ED UNITI PER UNIRE AGGIORNATE A MARZO 2025

Il numero delle vittime e le forme della violenza generica contro le donne in Italia

Il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila).

Ha subìto violenze fisiche o sessuali da partner o ex partner il 13,6% delle donne (2 milioni 800 mila), in particolare il 5,2% (855 mila) da partner attuale e il 18,9% (2 milioni 44 mila) dall’ex partner. La maggior parte delle donne che avevano un partner violento in passato lo hanno lasciato proprio a causa delle violenza subita (68,6%). In particolare, per il 41,7% è stata la causa principale per interrompere la relazione, per il 26,8% è stato un elemento importante della decisione.

Il 24,7% delle donne ha subìto almeno una violenza fisica o sessuale da parte di uomini non partner: il 13,2% da estranei e il 13% da persone conosciute. In particolare, il 6,3% da conoscenti, il 3% da amici, il 2,6% da parenti e il 2,5% da colleghi di lavoro.

Le donne subiscono minacce (12,3%), sono spintonate o strattonate (11,5%), sono oggetto di schiaffi, calci, pugni e morsi (7,3%). Altre volte sono colpite con oggetti che possono fare male (6,1%). Meno frequenti le forme più gravi come il tentato strangolamento, l’ustione, il soffocamento e la minaccia o l’uso di armi. Tra le donne che hanno subìto violenze sessuali, le più diffuse sono le molestie fisiche, cioè l’essere toccate o abbracciate o baciate contro la propria volontà (15,6%), i rapporti indesiderati vissuti come violenze (4,7%), gli stupri (3%) e i tentati stupri (3,5%).

Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner, nel 3,6% da parenti e nel 9,4% da amici. Anche le violenze fisiche (come gli schiaffi, i calci, i pugni e i morsi) sono per la maggior parte opera dei partner o ex. Gli sconosciuti sono autori soprattutto di molestie sessuali (76,8% fra tutte le violenze commesse da sconosciuti).

Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze.

Le donne straniere, contrariamente alle italiane, subiscono soprattutto violenze (fisiche o sessuali) da partner o ex partner (20,4% contro 12,9%) e meno da altri uomini (18,2% contro 25,3%). Le donne straniere che hanno subìto violenze da un ex partner sono il 27,9%, ma per il 46,6% di queste, la relazione è finita prima dell’arrivo in Italia.

Così dichiarano i Consigli Direttivi, insieme al Prof. Foad Aodi, medico palestinese, giornalista internazionale iscritto all’albo di Roma e del Lazio, ed esperto di salute globale, con il Dr. Jamal Abo A. – Vice presidente Amsi, il Dr. Mihai Baleanu – Portavoce Amsi, il Dr. Kamran Paknegad – Segretario Generale Amsi, Dr.ssa Eugenia Voukadinova – Vice Segretario Generale Amsi, e ancora i vicepresidenti di Uniti per Unire, Prof.ssa Laura Mazza e Federica Federici, con Kamel Belaitouche Coordinatore Organizzativo, Dott. Fabio Abenavoli Responsabile Cooperazione Internazionale dei Nostri Movimenti, con il Dr. Nadir Aodi Podologo, Coordinatore Commissioni “Podologi” e “Nuove Generazioni” di AMSI, Uniti per Unire e UMEM.

Ufficio Stampa Uniti per Unire 

Sede operativa presso il Centro Medico Iris Italia 

Via Valsavaranche 83-85 Roma 

06.8862793

www.unitiperunire.org

www.aisc.news.it

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