Disparità di genere nella sanità pubblica: le donne conquistano il settore, ma non i vertici
Nel corso degli ultimi anni, la presenza femminile nel settore sanitario pubblico è aumentata significativamente, con le donne che oggi rappresentano circa due terzi della forza lavoro complessiva.

Nel corso degli ultimi anni, la presenza femminile nel settore sanitario pubblico è aumentata significativamente, con le donne che oggi rappresentano circa due terzi della forza lavoro complessiva. Tuttavia, sebbene il numero di professioniste stia crescendo, la parità di genere è ancora lontana da essere raggiunta, specialmente nei ruoli di responsabilità più elevata. La situazione risulta evidente dal fatto che, sebbene oltre il 51% dei medici siano donne, solo meno del 20% occupa il ruolo di primario. La disparità si estende anche ad altri livelli, dove la leadership rimane ancora dominata dagli uomini.
Crescita femminile nel Ssn, ma difficoltà al vertice
Il Servizio sanitario nazionale ha registrato una crescente partecipazione femminile negli ultimi anni. A dicembre 2021, erano 450.066 le donne a lavorare con contratto a tempo indeterminato nelle strutture sanitarie italiane, con un trend in continuo aumento. Più di un medico su due è donna (51,3%), e la percentuale è destinata ad aumentare nelle generazioni future, poiché le giovani professioniste sono sempre più numerose. Tuttavia, nonostante l’alto numero di donne, i vertici dirigenziali e le posizioni apicali nel settore restano fortemente dominati dagli uomini.
Le difficoltà delle professioniste: turni e conciliazione
Un altro ostacolo che le donne professioniste devono affrontare sono le difficoltà legate ai turni di lavoro e alle carenze nei servizi di conciliazione vita-lavoro. Le organizzazioni sanitarie faticano a garantire la giusta flessibilità e supporto per le lavoratrici, il che comporta grandi difficoltà per le donne che, spesso, devono fare i conti con il doppio impegno tra lavoro e famiglia. Tali condizioni, unite alla necessità di conciliare la propria vita professionale con quella privata, incidono pesantemente sulla carriera delle donne nel settore sanitario.
Una leadership maschile inarrestabile: disparità nelle posizioni di potere
Nonostante la crescente partecipazione femminile nel settore sanitario, la disparità di genere è ancora evidente nelle posizioni dirigenziali. Ad esempio, nel 2022, solo l’11% dei presidenti degli Ordini professionali provinciali erano donne. Un dato ancora più significativo emerge quando si guarda ai primari: appena il 19,2% di questi ruoli è occupato da donne. La stessa tendenza si riflette nel mondo accademico, dove le professoresse ordinarie nelle università italiane sono solo il 19,3% del totale. Questo squilibrio risulta legato a diversi fattori, tra cui la struttura gerarchica e per età della professione medica e la presenza crescente di donne nelle classi di età più giovani.
L’importanza di una maggiore equità di genere
Il report sottolinea come le donne stiano facendo enormi progressi all’interno del Servizio sanitario nazionale, ma ciò non basta per colmare le lacune di parità nelle posizioni apicali. La disparità di genere rimane un tema centrale che richiede un intervento decisivo, volto ad aumentare la presenza femminile nelle posizioni di leadership e a garantire condizioni di lavoro più favorevoli e inclusive per tutte le professioniste.
Conclusione: il futuro della sanità pubblica è nella parità
Nonostante i passi avanti, il lavoro da fare per raggiungere una piena parità di genere nel settore sanitario pubblico è ancora lungo. La crescente partecipazione femminile alla forza lavoro rappresenta un segno positivo, ma affinché le donne possano davvero emergere e ricoprire ruoli dirigenziali e decisionali, è fondamentale promuovere politiche di pari opportunità che mettano le professioniste nelle condizioni di raggiungere posizioni di potere senza ostacoli o discriminazioni.
Prof. Foad Aodi, medico palestinese, giornalista internazionale iscritto all’albo di Roma e del Lazio, ed esperto di salute globale, Presidente di Amsi, Umem, Co-mai e Uniti per Unire.